Castello di Savignone
Città Metropolitana di Genova Liguria Italy
castle, chateau
Castello di Savignone
Città Metropolitana di Genova Liguria Italy
castle, chateau
Il castello di Savignone, attualmente in rovina, fu un tempo fortezza e residenza padronale nonché oggetto di battaglie ed assedi
Il castello di Savignone, attualmente in rovina, fu un tempo fortezza e residenza padronale nonché oggetto di battaglie ed assedi
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Castello di Savignone, Castello di Savignone
Description
Il castello di Savignone, attualmente in rovina, fu un tempo fortezza e residenza padronale nonché oggetto di battaglie ed assedi. È anche un luogo di leggende. Si trova incastrato su un roccione di puddinga - denominato "Conglomerato di Savignone" - che sovrasta da un'altezza di 150 metri il comune di Savignone, nell'alta valle Scrivia.
Architettura
Il suo recinto murario è rafforzato a meridione dalla torre o bastione semicircolare e difeso naturalmente dall'altro lato dal precipizio.
La torre collocata all'estremo meridionale, è massiccia, con una pianta a "ferro di cavallo", cioè rettilinea verso l'interno e circolare verso l'esterno delle mura. Parzialmente intatta nei primi piani all'esterno, dove si apre con un finestrone al piano superiore e una cannoniera al piano dei sotterranei.
Questa tipologia, adatta a sostenere l'assalto delle prime bocche da fuoco era affine a quella delle quattro torri che affiancavano il vicino castello di Montoggio, nella ristrutturazione di quest'ultimo da parte di Sinibaldo Fieschi. In quel caso si trattava di quattro torri angolari, dal perimetro esterno a pianta curvilinea. Erano modi ripresi dalle ultime novità, in Genova quelle delle fortezze della Briglia e di Castelletto, nel Quattrocento. All'interno questa torre conserva ancora un tratto di scala e resti degli incavi dei camini ai piani primo e secondo.
Il castello è strutturato su due livelli in alzato, in base al terrapieno del bastione e agli ambienti sotterranei o seminterrati ad esso collegati, sfruttando il ripiano del roccione su cui si erge. In pianta al centro della cinta muraria sta il cortile, che corrispondeva alla piazza scoperta in cui si radunavano i militi. Ad esso si accede da una angusta scala che viene dai sotterranei.
Nella parte settentrionale del castello sono i resti dell'abitazione padronale, con finestroni ampi ad altezza elevata.
I sotterranei sono scavati nella puddinga e si articolano in un ampio stanzone che era riservato ai soldati, chiuso da due lati dal muraglione perimetrale, e in una cisterna per l'acqua.
Ultimi proprietari furono i marchesi Crosa di Vergagni, eredi dei Fieschi dal matrimonio di Nicolò e Carlotta Fieschi, oggi il castello è di propirietà comunale.
Sul lato sud è il torrione, strutturato su due livelli; a nord i resti dell'abitazione signorile, munita a grande altezza di piccole finestre; al centro, ciò che rimane di una piazzola per i soldati, raggiungibile attraverso una stretta scala proveniente dai sotterranei.
Oggi il castello resta ancora in rovina; all'inizio dell'estate 2013 l'Amministrazione Comunale di Savignone ha avviato i lavori di messa in sicurezza e di riutilizzo funzionale del castello; il restauro, che interessa il vano voltato d'ingresso, la corte e la torre a ferro di cavallo, è volto non solo a salvaguardare quanto rimane del rudere, sia dal lato storico che da quello strutturale, ma anche riqualificare l'edificio rendendolo al contempo idoneo ad ospitare eventi, mostre e manifestazioni, riconsegnando alla cittadinanza il simbolo del Comune.
Il castello di Savignone, attualmente in rovina, fu un tempo fortezza e residenza padronale nonché oggetto di battaglie ed assedi. È anche un luogo di leggende. Si trova incastrato su un roccione di puddinga - denominato "Conglomerato di Savignone" - che sovrasta da un'altezza di 150 metri il comune di Savignone, nell'alta valle Scrivia.
Architettura
Il suo recinto murario è rafforzato a meridione dalla torre o bastione semicircolare e difeso naturalmente dall'altro lato dal precipizio.
La torre collocata all'estremo meridionale, è massiccia, con una pianta a "ferro di cavallo", cioè rettilinea verso l'interno e circolare verso l'esterno delle mura. Parzialmente intatta nei primi piani all'esterno, dove si apre con un finestrone al piano superiore e una cannoniera al piano dei sotterranei.
Questa tipologia, adatta a sostenere l'assalto delle prime bocche da fuoco era affine a quella delle quattro torri che affiancavano il vicino castello di Montoggio, nella ristrutturazione di quest'ultimo da parte di Sinibaldo Fieschi. In quel caso si trattava di quattro torri angolari, dal perimetro esterno a pianta curvilinea. Erano modi ripresi dalle ultime novità, in Genova quelle delle fortezze della Briglia e di Castelletto, nel Quattrocento. All'interno questa torre conserva ancora un tratto di scala e resti degli incavi dei camini ai piani primo e secondo.
Il castello è strutturato su due livelli in alzato, in base al terrapieno del bastione e agli ambienti sotterranei o seminterrati ad esso collegati, sfruttando il ripiano del roccione su cui si erge. In pianta al centro della cinta muraria sta il cortile, che corrispondeva alla piazza scoperta in cui si radunavano i militi. Ad esso si accede da una angusta scala che viene dai sotterranei.
Nella parte settentrionale del castello sono i resti dell'abitazione padronale, con finestroni ampi ad altezza elevata.
I sotterranei sono scavati nella puddinga e si articolano in un ampio stanzone che era riservato ai soldati, chiuso da due lati dal muraglione perimetrale, e in una cisterna per l'acqua.
Ultimi proprietari furono i marchesi Crosa di Vergagni, eredi dei Fieschi dal matrimonio di Nicolò e Carlotta Fieschi, oggi il castello è di propirietà comunale.
Sul lato sud è il torrione, strutturato su due livelli; a nord i resti dell'abitazione signorile, munita a grande altezza di piccole finestre; al centro, ciò che rimane di una piazzola per i soldati, raggiungibile attraverso una stretta scala proveniente dai sotterranei.
Oggi il castello resta ancora in rovina; all'inizio dell'estate 2013 l'Amministrazione Comunale di Savignone ha avviato i lavori di messa in sicurezza e di riutilizzo funzionale del castello; il restauro, che interessa il vano voltato d'ingresso, la corte e la torre a ferro di cavallo, è volto non solo a salvaguardare quanto rimane del rudere, sia dal lato storico che da quello strutturale, ma anche riqualificare l'edificio rendendolo al contempo idoneo ad ospitare eventi, mostre e manifestazioni, riconsegnando alla cittadinanza il simbolo del Comune.
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