Fontevivo Abbey
Provincia di Parma Emilia-Romagna Italy
castle, chateau
Abbazia cistercense di Fontevivo
Provincia di Parma Emilia-Romagna Italy
castle, chateau
Fontevivo Abbey (Italian: Abbazia di Fontevivo; Latin: Fons Vivus) is a former Cistercian monastery in Fontevivo, Province of Parma, Emilia-Romagna, Italy, about 15 kilometres west of Parma on the Via Emilia towards Fidenza
L'abbazia di San Bernardo, meglio nota come abbazia di Fontevivo, è un'abbazia cistercense situata in piazza Repubblica 1 a Fontevivo, in provincia di Parma
Previous names
Fontevivo Abbey , Abbazia cistercense di Fontevivo
Description
Fontevivo Abbey (Italian: Abbazia di Fontevivo; Latin: Fons Vivus) is a former Cistercian monastery in Fontevivo, Province of Parma, Emilia-Romagna, Italy, about 15 kilometres west of Parma on the Via Emilia towards Fidenza. In May 1142 a colony of twelve Cistercian monks from the abbey of Chiaravalle della Colomba founded a monastery on land given by Bishop Lanfranco of Parma and Delfino, son of Oberto Pallavicino, in a spot named Fontevivo ("living spring") after the spring that rose there on the left bank of the Parola brook. After clearing and improving the site, which was a well-watered one between the Taro and the Stirone rivers, the Cistercians turned to construction and had soon built a large abbey church and the accompanying conventual buildings. In 1144 Pope Lucius II confirmed to Viviano, the first abbot, possession of the abbey's lands and put it under the immediate protection of the Holy See. The newly-settled abbey, as a daughter house of Chiaravalle della Colomba, belonged to the filiation of Clairvaux. As early as 1146 Fontevivo was made the mother house of the abbey of San Giusto in Tuscania. (Mirteto Abbey near Pisa may also have been made a daughter house of Fontevivo in 1227). In 1245 the abbey was occupied and sacked by the army of the Emperor Frederick II during the siege of Parma. By the 15th century its decline was unstoppable, accelerated by the introduction of commendatory abbots early in the century and by the damage caused by the troops of Ludovico il Moro in 1483. In 1497 Fontevivo entered the Italian Cistercian Congregation, but by this time was already fatally compromised. In 1518 Pope Leo X united it with San Paolo fuori le Mura in Rome, thus transferring it to the Benedictine Cassinese Congregation.[1] It was at this point that the great majority of the abbey's archives was lost. The property and temporal jurisdiction of the abbey was acquired by Ranuccio I Farnese, Duke of Parma, in 1605. In 1614 the Cassinese transferred the spiritualities to the Benedictines of the abbey of Saint John the Evangelist in Parma, which was independent of the bishops of Parma, as Fontevivo had been as a territorial abbey. Only when it was finally merged into the Diocese of Parma in 1893, when the Benedictines gave it up, did the bishops gain authority over it, and have since used the honorary title of "Abbot of Fontevivo".
L'abbazia di San Bernardo, meglio nota come abbazia di Fontevivo, è un'abbazia cistercense situata in piazza Repubblica 1 a Fontevivo, in provincia di Parma. L'abbazia fa parte dell'Associazione dei Castelli del Ducato di Parma, Piacenza e Pontremoli Il complesso fu fondato quale dipendenza diretta della non lontana abbazia di Chiaravalle della Colomba il 5 maggio del 1142, da un gruppo di dodici monaci cistercensi; i frati, guidati dall'abate Viviano, promossero i lavori di costruzione di un insieme di edifici composto da una chiesa, una biblioteca, un refettorio, una cucina, una dispensa e i numerosi dormitori per i monaci, disposti, come consuetudine delle abbazie cistercensi, attorno a un grande chiostro quadrato; il terreno di circa 8,5 biolche parmigiane, all'epoca disabitato e paludoso a causa dei numerosi fontanili presenti in zona, donde il nome di "Fons vivus" (Fontevivo), fu loro donato dal vescovo di Parma Lanfranco e dal marchese Delfino, figlio di Oberto I Pelavicino. I frati intrapresero inoltre un'importante opera di bonifica della zona, compresa tra il fiume Taro e il torrente Stirone e bagnata anche dalle acque del Taro morto. Nel 1144 il papa Lucio II confermò all'abate Viviano le proprietà del convento, ponendolo sotto la protezione della Santa Sede. Nel 1245 l'abbazia fu occupata e saccheggiata dall'esercito dell'imperatore Federico II di Svevia, poco prima dell'assedio di Parma, che si sarebbe concluso solo con la battaglia del 1248. Verso la fine del XIII secolo la chiesa originaria, all'epoca dedicata a Maria Vergine, fu ricostruita sull'imponente impianto basilicale attuale. Agli inizi del XV secolo il complesso iniziò un lento declino, a causa dell'istituto della commenda, che comportò una drastica riduzione delle rendite su cui si reggeva. Ciò non fermò tuttavia la costruzione della facciata della chiesa, che fu completata all'epoca. Nel 1483, durante la guerra dei Rossi, il monastero fu occupato e danneggiato dalle truppe milanesi di Ludovico il Moro. Nel 1497 l'abbazia fu aggregata alla Congregazione Italiana di San Bernardo,con la conseguente reintitolazione della chiesa al santo cistercense. Nel 1518 il papa Leone X ne decretò l'unione alla Congregazione cassinese dell'abbazia benedettina di San Paolo fuori le mura, causando l'allontanamento degli ultimi monaci cistercensi nel 1546. Nel 1605 il complesso fu acquistato dal duca Ranuccio I Farnese, che fece tracciare dall'ingegner Smeraldo Smeraldi un viale di fronte al tempio, al termine del quale fece edificare la chiesa dei Cappuccini, con relativo convento oggi non più esistente. Nel 1614 la giurisdizione spirituale sul monastero fu trasferita all'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma, mantenendo l'autonomia rispetto al vescovo cittadino. Nel 1728 il duca Antonio Farnese, al fine di rientrare in possesso della rocca Sanvitale di Sala Baganza, decise di concedere il monastero in uso al collegio dei Nobili come residenza estiva; si impegnò quindi a ristrutturare a sue spese la struttura e avviò immediatamente i lavori, che tuttavia, benché in stato avanzato, si interruppero bruscamente nel 1731 in seguito alla sua morte. Nel 1733 il nuovo duca Carlo di Borbone riavviò il cantiere e offrì temporaneamente all'istituto il suo palazzo di Borgo San Donnino, di cui tuttavia l'anno seguente la duchessa Enrichetta d'Este, in qualità di vedova di Antonio Farnese, decise di prendere possesso; nell'agosto del 1734, quindi, i religiosi dovettero trasferirsi nell'abbazia di Fontevivo, nonostante i lavori ancora in corso, che furono conclusi solo nel 1737. Nel 1780 il nuovo duca Ferdinando di Borbone, profondamente legato all'abbazia, incaricò il pittore Antonio Maria Ferrari della decorazione del salone delle Accademie; nel 1791, inoltre, fece costruire alcune sale affacciate sul chiostro e un teatro al piano terreno, al posto della cappella per i convittori, che fu spostata al primo piano. Negli anni seguenti il Duca finanziò nuove opere di ampliamento del collegio, ma il 9 ottobre del 1802 morì improvvisamente a Fontevivo dopo aver assistito a una rappresentazione nel teatro dell'abbazia e i cantieri, benché già avviati, furono bruscamente interrotti. In seguito all'annessione del ducato di Parma e Piacenza all'impero di Francia, i gesuiti furono cacciati e, nel 1806, il collegio dei Nobili fu laicizzato; le famiglie ritirarono in segno di protesta i loro figli dalla scuola, che fu chiusa. Con la Restaurazione, nel 1815 la duchessa Maria Luigia riaprì il collegio, affidandolo ai padri benedettini dell'abbazia di San Giovanni Evangelista; tuttavia, gli anni seguenti furono segnati da una progressiva decadenza. Nel 1831, in seguito alla fusione del collegio dei Nobili col collegio Lalatta nel collegio ducale Maria Luigia, il monastero continuò a essere utilizzato come residenza di villeggiatura estiva, fino al definitivo abbandono verso la fine del XIX secolo. Nel 1849 fu sciolta la congregazione di San Giovanni e la chiesa divenne sede parrocchiale, ma il quadro si ribaltò cinque anni dopo; la situazione fu chiarita solo nel 1892, quando i benedettini dovettero abbandonare la giurisdizione spirituale sul luogo di culto, che fu in seguito trasformato definitivamente in parrocchia, alle dipendenze della diocesi di Parma. Nel 1987 l'ex abbazia, all'epoca adibita a residenze popolari, laboratori e negozi, fu acquistata dal Comune di Fontevivo, che ne avviò il restauro e il recupero quale sede di una struttura alberghiera, di un ristorante e, dal 2012, del piccolo Museo delle Fisarmoniche.
Useful information
GRATUITO GRATUITO GRATUITO info@comune.fontevivo.pr.it - Si offrono visite per gruppi di studenti, adulti e disabili - Guide disponibili in lingue straniere
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