Castello di Montauto (Anghiari)
Province of Arezzo Tuscany Italy
castle, chateau
Castello di Montauto (Anghiari)
Province of Arezzo Tuscany Italy
castle, chateau
Anghiari is a town and comune in the Province of Arezzo
Il castello di Montauto è una dimora storica isc
Previous names
Castello di Montauto (Anghiari), Castello di Montauto (Anghiari)
Description
Anghiari is a town and comune in the Province of Arezzo.
Anghiari is famous for the Battle of Anghiari between Florence and Milan which took place there on 29 June 1440. The battle inspired a fresco in the Palazzo Vecchio by Leonardo da Vinci. The fresco has since gone missing although a sketch of it by Peter Paul Rubens is still in existence.
Montauto was already in existence during the Etruscan period (VIII to V centuries BC ), and the settlement took advantage of the territory’s rich copper mines. It was a Roman/Byzantine lookout tower and came under the dominion of a feudal lord, Goffredo. The distinctive feature of the Castle di Montauto is the cylindrical tower on its corner. The castle itself has its origins in 1170-80.
Together with villa La Barbolana and Castello di Galbino, the Castle di Montauto was one of the residences of the old Galbino family. Here Francis of Assisi, not yet a saint, is said to have rested for a few days, after he had received the stigmata at La Verna in 1224. While here, Count Alberto gave Francis a new priest's habit in exchange for the old, stained one. This was soon considered a precious relic and was kept in the castle’s chapel until 1502 when the Florentines brought it to Florence. The habit of Montauto is now displayed in the Santuario della Verna.
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Il castello di Montauto è una dimora storica isc. e vincolata dalla Soprintendenza per i beni artistici e architettonici. È situato sullo spartiacque tra il Casentino e l'Alta Valle del Tevere, presso Anghiari, in provincia di Arezzo. Sede dei signori dell'omonima contea, fino al 1815 feudo imperiale mediato. La sua importanza era soprattutto strategica, in quanto posizionato su un colle (Monte Acuto) alto 786 metri in una zona quasi inaccessibile. San Francesco d'Assisi vi fece sosta più volte e, nel 1203, donò la propria tonaca al feudatario Alberto II Barbolani che fu custodita nella cappella della rocca fino al 1503.
Si trova sulle pendici meridionali dell'Alpe di Catenaia a nord-ovest del borgo medievale di Anghiari. Ebbe dapprincipio una destinazione militare convertita, in seguito, in residenza gentilizia. Il luogo su cui sorge diede il nome a una stirpe comitale, poi marchionale, della quale si parla per la prima volta nel 967 in un diploma dell'imperatore Ottone I di Sassonia.
Nel 1355 Carlo IV di Lussemburgo confermò agli aretini Barbolani (in seguito cittadini di Firenze) i privilegi concessi nei secoli precedenti. I conti si assoggettarono alla repubblica fiorentina con un atto di accomandigia e l'obbligo di offrire cinque fiorini d'oro ogni anno, nel giorno dedicato a san Giovanni Battista. Questo simbolico gesto di vassallaggio durò fino al regno di Etruria (1801-1807), creato da Napoleone Bonaparte.
La custodia per tre secoli del saio di Francesco d'Assisi rappresentò un grande beneficio per i feudatari e per la rocca, sulla quale si sarebbe accesa, per concessione del santo, una fiammella tre giorni prima della morte di un esponente della famiglia.
Il castello mostra ancora la sua antica struttura medievale, nonostante le ristrutturazioni cinquecentesche, compiute da Baccio d'Agnolo. Su un possente torrione d'angolo cilindrico, attribuito a Francesco di Giorgio Martini, assottigliato, fa perno un palazzo a due piani, detto degli armigeri, che, dopo essere appartenuto ai principi di Piombino Boncompagni Ludovisi (i cui blasoni sono scolpiti sugli architravi delle finestre a bifora del primo piano), e allo scrittore Piero Bargellini, è di nuovo di proprietà dei Barbolani di Montauto dal 1963.
Il maniero, dove a lungo soggiornò e morì uno dei più significativi personaggi della progenie, Federigo da Montauto (1540-1582) insieme alla moglie Margherita, fu al centro di molte dispute interne che favorirono il suo decadimento. Sarà proprio il conte Federigo a intraprendere una radicale opera di restauro culminata con la realizzazione della rinascimentale loggia caratterizzata da una serie di bifore in pietra serena e dalle rifiniture della corte sul retro, dove venne eretta la cappella palatina di San Francesco. L'interno era riccamente arredato, in particolare il salone di ricevimento dove il signore dava udienza ai sudditi e amministrava la giustizia (il carcere feudale è sempre visibile nei sotterranei). I conti di Montauto disponevano del diritto di battere moneta, concesso da Carlo V d'Asburgo, unitamente all'aquila bicipite da esibire nello stemma. L'ultimo Barbolani reggente che risiedette nella dimora fu Giovanni IV, con la consorte Vittoria Capei e figli, fino al 1815, dato che il Congresso di Vienna non ripristinò la sovranità della contea, incorporandola nel granducato di Toscana retto da Ferdinando III d'Asburgo-Lorena. La rocca subì ingenti danni nel corso della seconda guerra mondiale: dell'antica struttura resta il nucleo centrale e il torrione angolare a testimonianza dell'origine militare che fece di Montauto uno degli ultimi feudi imperiali, in seguito allo scioglimento del Sacro Romano Impero, il 6 agosto 1806, da parte di Francesco II.
Useful information
GRATUITO
La cappella del castello
Proprietà privata, aperto solo in alcuni giorni e su richiesta
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