Zisa (Palermo)
Città metropolitana di Palermo Sicilia Italy
castle, chateau
Castello della Zisa
Città metropolitana di Palermo Sicilia Italy
castle, chateau
The Zisa is a castle in the western part of Palermo in Sicily, southern Italy
Il palazzo della Zisa (dall'arabo al-ʿAzīza, ovvero "la splendida") sorgeva fuori le mura della città di Palermo, all'interno del parco reale normanno, il Genoardo (dall'arabo Jannat al-arḍ ovvero "giardino" o "paradiso della terra"), che si estendeva con splendidi padiglioni, rigogliosi giardini e bacini d'acqua da Altofonte fino alle mura del palazzo reale
Previous names
Zisa (Palermo), Castello della Zisa
Description
The Zisa is a castle in the western part of Palermo in Sicily, southern Italy. It is included in the UNESCO Arab-Norman Palermo and the Cathedral Churches of Cefalù and Monreale World Heritage Site.
The construction was begun in the 12th century by Arabian craftsmen for king William I of Sicily, and completed by his son William II. The edifice had been conceived as summer residence for the Norman kings, as a part of the large hunting resort known as Genoardo (Arabic: Jannat al-arḍ, literally "Paradise on Earth") that included also the Cuba Sottana, the Cuba Soprana and the Uscibene palace.
The Zisa is clearly inspired by Moorish architecture. The name Zisa itself derives from the Arab term al-Azīz, meaning "dear" or "splendid". The same word, in Naskh script, is impressed in the entrance, according to the usual habit for the main Islamic edifices of the time.
In the 14th century merlons were added, by partly destroying the Arab inscription (in Kufic characters) which embellished the upper part of the edifice. More substantial modifications were introduced in the 17th century, when the Zisa, reduced to very poor conditions, was purchased by Giovanni di Sandoval e Platamone, Marquis of S. Giovanni la Mendola, Prince of Castelreale, Lord of the Mezzagrana and the Zisa. The latter's marble coat of arms with two lions can be seen over the entrance fornix. Several rooms of the interior were modified and others added on the ceiling, a great stair was built, as well as new external windows.
From 1808 to the 1950s the building was used a residence by the princes Notarbartolo di Sciara. Acquired by the Region of Sicilia and restored in the 1970s and 1980s (the Northern part had crumbled down in 1971 and has been rebuilt along the original lines), the Zisa today is opened to tourists. Some rooms houses Islamic art pieces, tools and artifacts from the Mediterranean area. The most notable room is the central hall, with a mosaic decoration; once it had a fountain too, from which the water flowed outside. On 3 July 2015 it became UNESCO World Heritage Site.
Il palazzo della Zisa (dall'arabo al-ʿAzīza, ovvero "la splendida") sorgeva fuori le mura della città di Palermo, all'interno del parco reale normanno, il Genoardo (dall'arabo Jannat al-arḍ ovvero "giardino" o "paradiso della terra"), che si estendeva con splendidi padiglioni, rigogliosi giardini e bacini d'acqua da Altofonte fino alle mura del palazzo reale. L'etimologia della Zisa ci viene spiegata da Michele Amari che, nella sua Storia dei musulmani di Sicilia così scriveva:
«Guglielmo … rivaleggiando col padre … si mosse a fabbricare tal palagio che fosse più splendido e sontuoso di que' lasciatigli da Ruggiero. Il nuovo edifizio fu murato in brevissimo tempo con grande spesa e postogli il nome di al-ʿAzîz, che in bocche italiane diventò «la Zisa» e così diciamo fin oggi.
Le prime notizie, indicanti il 1165 come data d'inizio della costruzione della Zisa, sotto il regno di Guglielmo I (detto "Il Malo"), ci sono state tramandate da Ugo Falcando nel Liber de Regno Siciliae. Sappiamo da questa fonte che nel 1166, anno della morte di Guglielmo I, la maggior parte del palazzo era stata costruita “mira celeritate, non sine magnis sumptibus” (lett. "con straordinaria velocità, non senza ingenti spese) e che l'opera fu portata a termine dal suo successore Guglielmo II (detto "Il Buono") (1172-1184), subito dopo la sua maggiore età.
L'appellativo Mustaʿizz è riferito, secondo Michele Amari, a Guglielmo II, anche in un'iscrizione in caratteri naskhī nell'intradosso dell'arcata d'accesso alla Sala della Fontana.
Un'altra iscrizione, invece, ben più famosa – in caratteri cufici – è tutt'oggi conservata nel muretto d'attico del palazzo, tagliata ad intervalli regolari nel tardo medioevo, quando la struttura fu trasformata in fortezza. Alla luce di queste fonti, la maggior parte degli studiosi sono concordi nel fissare al 1175 la data di completamento dei lavori del solatium reale.
Fino al XVII secolo il palatium non venne sostanzialmente modificato, come ci testimonia la descrizione del 1526 fatta dal monaco bolognese Leandro Alberti, che visitò la Zisa in quell'anno. Significativi interventi di restauro si ebbero negli anni 1635-36, quando Giovanni de Sandoval e Platamone, cavaliere dell'Alcantara, marchese di San Giovanni la Mendola, príncipe di Castelreale, signore della Mezzagrana e della Zisa, acquistò la Zisa, adattandola alle nuove esigenze abitative. In occasione di questi lavori fu aggiunto un altro piano, chiudendo il terrazzo, e si costruì, nell'ala destra del palazzo, secondo la moda dei tempi, un grande scalone, resecando i muri portanti e distruggendo le originarie scale d'accesso.
Successivamente, nel 1806, la Zisa pervenne ai Principi Notarbartolo, rappresentanti della più antica nobiltà siciliana ed eredi della Casa Ducale dei Sandoval de Leon, che ne fecero propria residenza effettuando diverse opere di consolidamento, quali il risarcimento di lesioni sui muri e l'incatenamento degli stessi per contenere le spinte delle volte. Venne trasformata la distribuzione degli ambienti mediante la costruzione di tramezzi, soppalchi, scalette interne e nel 1860 fu ricoperta la volta del secondo piano per costruire il pavimento del padiglione ricavato sulla terrazza.
Nel 1955 il palazzo fu espropriato dallo Stato, ed i lavori di restauro, iniziati immediatamente, vennero poco dopo sospesi. Dopo un quindicennio d'incuria ed abbandono nel 1971 l'ala destra, compromessa strutturalmente dai lavori del Sandoval e dagli interventi di restauro, crollò.
Il progetto per la ricostruzione strutturale, il restauro filologico e la fruizione, venne affidato al Prof. Giuseppe Caronia, il quale, dopo circa vent'anni di appassionato lavoro e rilettura integrale, nel giugno del 1991, restituì alla storia, uno dei monumenti più belli e suggestivi della civiltà siculo normanna. Durante l'opera di restauro il Prof. Caronia invitò più volte a visitare il cantiere il direttore editoriale della casa editrice Laterza, Enrico Mistretta, che al termine dei lavori fece raccogliere un ampio materiale illustrativo a documentazione delle varie fasi del restauro, materiale adeguatamente commentato dallo stesso Caronia, pubblicando quindi nel 1982 uno splendido volume di grande formato.
Dal 1991 la Zisa ospita il Museo d'arte islamica.
Dal 3 luglio 2015 fa parte del Patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell'"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale".
Il titolo nobiliare di Principe di Castelreale fu creato dai Re di Spagna per i proprietari del castello: fu concesso inizialmente ai Sandoval con apposito privilegio del 1672, e in seguito passò con titoli e beni ai Notarbartolo di Sciara, eredi dei Sandoval.
Useful information
GRATUITO
6.00 EUR
Camminare attraverso i giardini
Ottimo posto per una passeggiata
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