The Calatubo Castle
Free municipal consortium of Trapani Sicily Italy
castle, chateau
Castello di Calatubo
Free municipal consortium of Trapani Sicily Italy
castle, chateau
The Calatubo Castle (Latin: catrum Calathatubi; Arabic: قلعة ﺍوبي - Qal'at 'Awbi; Italian: Castello di Calatubo) is a fortress located near the town of Alcamo, Sicily, southern Italy
Il castello di Calatubo (latino: castrum Calathatub, "terra di tufo") è un'antica fortezza che sorge nei dintorni di Alcamo, in provincia di Trapani
Previous names
The Calatubo Castle , Castello di Calatubo
Description
The Calatubo Castle (Latin: catrum Calathatubi; Arabic: قلعة ﺍوبي - Qal'at 'Awbi; Italian: Castello di Calatubo) is a fortress located near the town of Alcamo, Sicily, southern Italy. The site has remains of a settlement of the Elymians and a necropolis. Being next to A29 motorway, it has fallen into disrepair and is therefore closed to visitors, although the Town Council of Alcamo has often expressed the desire to recover it. History The origins of the castle date back to some years before 1093, the year in which Roger I of Sicily defined the boundaries of the diocese of Mazara that included "Calatubo with all its dependencies". In ancient times, around the castle there was the village of Calatubo, which based its business on the extraction of stones for water and wind mills[5] from the quarries around the creek Finocchio, as mentioned by the Arab geographer Muhammad al-Idrisi in The Book of Roger, written in 1154. The village of Calatubo was abandoned after the conquest by Frederick II and the castle lost its original function as a military fortress, turning into a farm. During this period, the castle joined warehouses, stables and other structures used for the administration of the agricultural fief of Calatubo. Since the Middle Ages, because of its visibility, the Calatubo Castle had an important strategic role: it was part of a line of towers and forts along the coast from Palermo to Trapani; this defensive line was used to transmit light signals in case of Saracens' attack. In particular, the castle of Calatubo guaranteed the flow of information that took place between the outposts of Carini, Partinico and Castellammare del Golfo. At the end of the nineteenth century in the second courtyard some warehouses were set up for the production of the wine "Calatubo". The castle remained in good condition until the 1968 Belice earthquake. The use of the structure as a sheepfold and illegal excavations, which had as their targets the finds of the necropolis of the seventh century BC pertaining to the castle, have further ruined the castle. In 2007 it was bought for 60 thousand euros by the municipality of Alcamo and over the past few years (2003-2014) has been reported several times as part of the cultural initiative "I Luoghi del Cuore" sponsored by the Italian Environmental Fund (FAI), which has as its objective the protection and enhancement of the artistic and cultural heritage of Italy. Description The Calatubo Castle is actually an architectural complex, consisting of the structure of the original castle that has undergone several changes over the centuries. This complex is large 150×35 meters and stands on a limestone rock that lies at an altitude of about 152 m above sea level and that dominate with its height the surrounding area. From the position of castle you can clearly see Mount Bonifato and the Gulf of Castellammare. The castle is inaccessible on three sides due to the steep walls of rock on which it is built. The only practicable access is located in the west, which leads to the first line of defense of the castle via a ramp with large steps. From the first line of defense, which includes among other things a well, a church hall and other premises, you can arrive at a court which communicates with the second circle of walls through a portal, up to the third circle of walls, which comprises an oblong tower. Finally the core of the castle, located in the southern part of the fortress, is rectangular with an area of 7×21.50 m.
Il castello di Calatubo (latino: castrum Calathatub, "terra di tufo") è un'antica fortezza che sorge nei dintorni di Alcamo, in provincia di Trapani. Il sito, che presenta frequentazioni antichissime, con resti di un insediamento elimo e di una necropoli, ha subito nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti. Essendo prossimo all'autostrada A29, con la sua imponente mole attrae la curiosità dei viaggiatori; è però sconosciuto ai più e versa oggi in uno stato di abbandono, nonostante il Comune di Alcamo abbia spesso espresso la volontà di recuperarlo. È normalmente chiuso alle visite per motivi di inagibilità[quando?], sebbene tra il 20 e il 22 marzo 2015 sia stato possibile visitarne la cappella previo l'utilizzo di caschi di protezione. Storia e funzioni del castello Uso militare Le origini del castello risalgono a prima del 1093, anno in cui il conte Ruggero definì i confini della diocesi di Mazara del Vallo, includendovi "Calatubo con tutte le sue dipendenze". Anticamente, attorno al castello sorgeva il villaggio di Calatubo, che fondava il proprio commercio sull'esportazione di cereali e di pietra da mulino (ad acqua e a vento, questi ultimi detti "mulini persiani"), estratta dalle cave attorno al torrente Finocchio, come menzionato dal geografo arabo al-Idrisi nel Libro di Re Ruggero, scritto nel 1154. A partire dal Medioevo, a causa della sua visibilità, il castello di Calatubo ebbe un importante ruolo strategico: infatti esso faceva parte di una linea di torri e forti situati lungo la costa che va da Palermo a Trapani; tale linea difensiva veniva utilizzata per trasmettere segnali luminosi in caso di attacco dei nemici saraceni. In particolare, il castello di Calatubo garantiva il flusso di informazioni che avvenivano tra gli avamposti di Carini, Partinico e Castellammare del Golfo. Nel 1338 fu assegnato a Raimondo Peralta, conte di Caltabellotta. Uso agricolo Il villaggio di Calatubo fu abbandonato in seguito alla conquista da parte di Federico II e il castello perse la sua funzione originaria di fortezza militare, trasformandosi in un baglio. Durante tale periodo, al castello si aggiunsero magazzini, stalle e altre strutture utilizzate per l'amministrazione agricola del feudo di Calatubo. Alla fine del XIX secolo in corrispondenza del secondo cortile furono poi allestiti magazzini per la produzione del vino "Calatubo". Abbandono Il castello rimase in buone condizioni fino al 1968, anno del terremoto del Belice. A peggiorare l'azione distruttrice del terremoto fu l'utilizzo della struttura come ovile e gli scavi di frodo, che avevano come obiettivo i reperti della necropoli del VII secolo a.C. attinente al castello. Inoltre nel luglio 2013 il castello è stato colpito da un incendio che oltre ad annerirne le pareti interne ed esterne ha verosimilmente arrecato ulteriori danni alla struttura. Tentativi di recupero Nel 2007 il Comune di Alcamo ha acquistato il castello per 60 mila euro dalla famiglia Papè di Valdina. Nel corso degli ultimi anni (2003-2014) è stato segnalato più volte nell'ambito dell'iniziativa "I Luoghi del Cuore" promossa dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), che ha come obiettivo la protezione e la valorizzazione del patrimonio artistico e paesaggistico italiano, posizionandosi al terzo posto (dunque tra i vincitori dei fondi da parte del FAI) nella classifica del 2014-2015. In seguito a tale risultato, è stato creato un percorso in da alcuni volontari dell'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo" ed è stato possibile visitarla per tre giorni tra il 20 e il 22 marzo 2015, ricevendo circa 5.000 visite. L'11 e il 12 giugno 2016, sempre grazie all'intervento dei volontari dell'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo", il castello di Calatubo è stato di nuovo aperto al pubblico durante un evento culturale all'interno del quale sono state raccontate le antiche storie del castello da Sara Cappello, una cantastorie di musica popolare siciliana, che in tale occasione ha recitato "U cunto di lu castellu di Calatubo". Nel marzo 2017, è stato stipulato un accordo tra il comune di Alcamo e l'associazione "Salviamo il Castello di Calatubo" al fine di salvaguardare e tutelare il castello di Calatubo, la rocca dove sorge, le sue grotte, la zona archeologica circostante e la vicina Cuba delle rose.
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