Castello di Belcaro
Provincia di Siena Toscana Italy
castle, chateau
Castello di Belcaro
Provincia di Siena Toscana Italy
castle, chateau
his castle built in 1190 was destroyed by wars and rebuilt several times before being given in 1376 to Santa Caterina di Siena, which made it into a convent
Il castello di Belcaro è una costruzione fortificata situata nella strada di Terrensano e Belcaro 32 nell'omonima località, su una collina presso Costafabbri, nel comune di Siena, al di fuori di porta San Marco
Previous names
Castello di Belcaro, Castello di Belcaro
Description
his castle built in 1190 was destroyed by wars and rebuilt several times before being given in 1376 to Santa Caterina di Siena, which made it into a convent. He returned to the public domain and was restored in 1408. The banker Crescenzio Turamini who bought it in 1525, had it restored by Baldassarre Peruzzi, who gave it the current form. After 1555, it belonged for a moment to Cosimo I of Medicis. In 1802, new restoration, in the neoclassical style, of the facade of the villa, by Serafino Belli. Today, the buildings, a garden and two courtyards are surrounded by a wall. You enter a triangular courtyard which includes buildings for the service staff, then you reach a second courtyard paved with bricks, with the neoclassical style villa and the house of the guard opposite. The garden is accessed by two doors next to a well. This garden contains a chapel whose exterior is simple but nicely decorated inside. Near the chapel, a beautiful loggia nowadays has beautiful frescoes. You can go round the walls by a circular path, from which you can enjoy beautiful views. In the villa, you have to visit the pretty fresco by Baldassarre Peruzzi: the "Judgment of Paris". https://www.monument-tracker.com
Il castello di Belcaro è una costruzione fortificata situata nella strada di Terrensano e Belcaro 32 nell'omonima località, su una collina presso Costafabbri, nel comune di Siena, al di fuori di porta San Marco. Storia Il castello fu fondato da un certo Marescotti intorno al 1190; le prime notizie sulla sua esistenza si trovano in una pergamena del 1199 all'archivio di Stato di Siena, che ne ricorda i proprietari, Guido e Curtonecchia di Marescotto. Sulle origini del nome esiste una storia leggendaria: una dama del castello, attendendo il ritorno del suo sposo dalla guerra e passeggiando sulle mura con il suo bambino in braccio, nello scorgere il marito all'orizzonte avrebbe proteso le braccia verso di lui, facendo cadere il bimbo nel giardino sotto le mura. Per questo la donna avrebbe esclamato rivolta verso lo sposo: «Sei bello, ma mi costi caro!», da cui il nome del castello del "Belcaro". Nel 1258 è ricordato da Sigismondo Tizio uno scontro tra guelfi e ghibellini che ridusse in rovina il castello; successivamente nel 1269 venne distrutto ancora. Nel Trecento passò alla famiglia Salimbeni, i quali ne rivendettero le macerie ai Salvini nel 1375. Nanni di ser Vanni, appartenente a quest'ultima famiglia, ne fece dono nel 1376 a santa Caterina da Siena, che lo fece trasformare in un convento per le monache, con il nome di Santa Maria degli Angeli. Non passò molto tempo che il castello tornò in possesso dei Salvini, i quali lo vendettero nel 1408 ai Bellanti, che lo restaurarono. Nel 1525 venne acquistato dal banchiere Crescenzio Turamini, la quale gli dette la sua forma attuale. Il restauro e la riedificazione furono affidati a Baldassarre Peruzzi, come testimonia anche un progetto conservato nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi. In realtà non è chiaro quanto resti oggi del progetto originale del Peruzzi, sebbene alla sua mano siano riferibili alcuni affreschi all'interno della villa, come il Giudizio di Paride. Nel 1554 fu assalito dall'esercito imperiale di Carlo V che combatteva contro i senesi dopo essersi alleato con l'esercito francese, capitanato dal duca di Belforte. All'interno delle mura del castello esiste una lapide che ricorda il tragico evento con delle palle di cannone murate accanto. Il castello divenne di proprietà di Cosimo I de' Medici, come ricorda una lapide apposta sulle mura; fu il suo parente Giangiacomo de' Medici ad occuparsi della ricostruzione. Nel 1710 il castello fu acquistato dalla famiglia Camajori che, nel 1802, ne commissionarono il restauro all'architetto Serafino Belli, rifacendo la facciata della villa interna in stile neorinascimentale. Nel 1944 il castello fu sequestrato dalla truppe tedesche che ne fecero un ospedale militare. Subì vari danni, restaurati poi dal proprietario Giuseppe Lapo Barzellotti. Gli importanti restauri, dentro e fuori la villa, ne fanno oggi uno dei castelli meglio conservati di tutta la provincia di Siena. Descrizione Il complesso è interamente compreso in una cinta muraria a forma di cuneo, ed è composto da vari edifici che si articolano attorno a tre spazi aperti: un giardino e due corti. Il portale di accesso, protetto da due piombatoi e a sinistra da un torrione semicircolare con due archibugiere, si trova sul lato ovest. Immette nel primo cortile, di stile medievale e forma triangolare, dove si affacciano i locali di servizio addossati alla fortificazione e alla villa e caratterizzati da terminazioni aggettanti su archetti pensili e mensole in laterizio. Attraverso un'apertura ad arco ribassato, si giunge nel secondo cortile, quello principale, in stile rinascimentale e lastricato in cotto a spina di pesce. Sul cortile principale si affacciano l'edificio padronale, che si sviluppa su tre piani ed ha forma rettangolare, e la casa del custode, un tempo usata dai servitori. La forma rettangolare fu creata in un intervento dell'architetto Partini del 1865-70, che creò i due paramenti-filtro confinanti rispettivamente col cortile di accesso e col giardino, e la casa di servizio, che si ispirò ai disegni del Peruzzi, sebbene su scala leggermente ingrandita. Qui, vicino al passaggio verso il giardino, si trova anche il pozzo. Il prospetto principale della villa, affacciato sul cortile e opera neoclassica di Serafino Belli, mostra tre ordini con otto assi di aperture: al piano terra, coperto da bugnato, si trovano portali incorniciati e di foggia varia (ad arco a tutto sesto o architravati), oltre ad alcune aperture sono tamponate. Qui una lapide marmorea ricorda la visita di Margherita di Savoia. Ai piani superiori le finestre mostrano timpani curvilinei e, all'ultimo piano, architravi. Cornici marcadavanzale corrono lungo tutto l'edificio, con particolare cura nel disegno di quella al secondo piano. Il cornicione a dentelli fa da base alla copertura a padiglione di scarso aggetto.
Useful information
No GRATUITO GRATUITO GRATUITO - Il giardino con il pozzo - Collezione di affreschi - La cappella E privato, aperto solo il primo lunedì di ogni mese
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