Forte Spagnolo (La Aquila)
Provincia dell'Aquila Abruzzo Italy
fortress
Forte spagnolo
Provincia dell'Aquila Abruzzo Italy
fortress
The Forte Spagnolo (Italian for Spanish fortress; locally called il Castello) is a Renaissance castle in L'Aquila, central Italy
Il Forte Spagnolo, anche noto come Castello Cinquecentesco, è una fortezza dell'Aquila
Previous names
Forte Spagnolo (La Aquila), Forte spagnolo
Description
The Forte Spagnolo (Italian for Spanish fortress; locally called il Castello) is a Renaissance castle in L'Aquila, central Italy.
History
In the 15th century, L'Aquila had become the second most powerful city in the Kingdom of Naples after Naples itself: there were half a million sheep, wool and saffron were exported throughout Europe; all this was lost when the Aquilans, during the war between the French and the Spaniards for the throne of Naples, sided with the French. In 1504 Aquila was occupied by the Spanish conquerors, though in 1527 the French recovered the city with the support of the citizens and the surrounding town. One year later Viceroy Philibert of Orange, ruling for King Charles V of Spain, finally defeated the Aquilan rebels and ordered the city to build a fortress in the highest spot North of the city, exactly where in 1401 King Ladislaus had built a garrison to control the unruly and rebellious Aquilans.
The project was entrusted to a Spanish architect, Pedro Luis Escrivà, an expert of firearms, who had begun to build Castel Sant'Elmo in Naples. The discovery of gunpowder obliged to new methods of defensive construction. Escrivà was in charge of the project for 2 years, leaving the task to Gian Girolamo Escribà.
In the following 30 years the heavy taxes necessary to build the fortress impoverished the city, which in 1567 begged the Spaniards to stop the construction; the Royal Court granted the request, and works were interrupted, so parts of the castle were never completed. The fortress had cost an enormous sum for the times, and Aquila was obliged also to sell the thick silver case containing the body of St. Bernardino of Siena.
The fortress, which had been built not to defend the city, but to control it (its cannons pointed to the city) and to be a completely self-sufficient structure, was never used in a battle.
Architecture
Escrivà planned a giant fortress, made of four bastions connected through 60 meters long walls, with a thickness of 30 metres at the bottom and 5 meters at top. The walls were surmounted by massive merlons, with openings for the archers and the long-distance cannons. All around the fortress was a ditch (never filled with water) 23 meters wide and 14 meters deep, aimed at defending the foundations from the enemy's artillery.
The slanted walls would reject enemy fire to the sides; each bastion consisted of two separate and completely self-sufficient environments - called "case matte" - almost independent garrisons on their own. Also the aqueduct to the city was deviated so as to supply the fortress first of all, and in case of rebellion block the water supply.
Moreover, Escrivà planned a special anti-mine corridor, a kind of empty space between the outer and inner walls which could be walked only by one man at a time (and which can be visited today), aiming at defending the castle in case of explosion in case enemy soldiers excavated tunnels to leave mines at the foundations. A whole hill was leveled down to supply the white stone necessary for the fortress, while the city's bells were melted to make the cannons.
In 1798 the citizens fought against the French who had invaded Italy, attacking, in vain, the fortress. From then on, the building was used as a prison. After 1860 it became a military headquarters, and in the Second World War was occupied and damaged by the Germans. Between 1949 and 1951 the castle was restored, and chosen as the seat of the Museo Nazionale d'Abruzzo.
Il Forte Spagnolo, anche noto come Castello Cinquecentesco, è una fortezza dell'Aquila. Venne costruito nel corso di un grandioso progetto di rafforzamento militare del territorio avvenuto durante la dominazione spagnola in Italia meridionale nella prima metà del cinquecento.
Mai utilizzato per scopi bellici, fu utilizzato nel Seicento come residenza del governatore spagnolo e successivamente come alloggio per i soldati francesi nell'Ottocento e tedeschi durante l'ultima guerra mondiale. Nel 1902 è stato dichiarato monumento nazionale. Restaurato nel 1951 ad opera della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie d'Abruzzo e Molise, è divenuto sede del Museo Nazionale d'Abruzzo, il più importante della regione, ed è sede di mostre e convegni. Al suo interno trovano posto anche un Auditorium e una Sala Conferenze.
È rimasto gravemente danneggiato dal terremoto del 2009 e non è attualmente agibile. Dal 2011 sono ancora in corso i lavori di ricostruzione.
Storia
La dominazione spagnola
Nel 1503 gli spagnoli conquistarono il Regno di Napoli ponendovi a capo un viceré di loro fiducia ed occupando tutti i posti di comando. All'Aquila, la nomina del conte Ludovico Franchi a Signore della Città segnò il definitivo tramonto di ogni forma di autonomia cittadina e contribuì alla decadenza della città, fino ad allora una delle più fiorenti del Regno.
Nella speranza di riconquistare libertà e privilegi perduti, gli aquilani si unirono alla lega antispagnola capeggiata dai francesi, cui vennero nel 1527 aperte le porte della città, che tuttavia venne sconfitta nel 1529. L'Aquila venne occupata militarmente da Filiberto d'Orange, viceré e luogotenente del Regno di Napoli, saccheggiata e costretta a versare nelle casse spagnole una esosa tassa. Inoltre la città venne distaccata dal suo contado, che venne spartito in feudi e dato in possesso a capitani dell'esercito imperiale, infliggendo un colpo durissimo alla sua economia.
La Castellina
Nello stesso anno Filiberto d'Orange individuò nell'angolo nord-orientale della città il punto più elevato della cinta muraria, laddove già nel 1401 Re Ladislao I fece erigere una rocca, e vi cominciò la costruzione di una piccola fortezza.
La Castellina, fatta costruire "per tenere con grosso presidio a freno i cittadini" è di fatto il segno tangibile di un'oppressione non solo politica e militare ma anche, e soprattutto, economica e sociale. Completata nel 1530, era una modesta ma massiccia costruzione bastionata ed ospitava un castellano e una guarnigione dell'esercito imperiale. Era tuttavia destinata ben presto a fare posto ad una ben più imponente fortezza.
La costruzione del Forte
Nel 1532, il nuovo viceré del Regno di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo, volle infatti predisporre un funzionale impianto di fortificazioni rendendo più potenti e più moderne le strutture preesistenti, adeguandole all'evoluzione delle tecniche ossidionali, realizzando nuove opere che potessero reggere l'attacco della moderna artiglieria delle armi da fuoco. Furono chiamati a partecipare alla realizzazione di questa immensa opera difensiva i più famosi architetti militari dell'epoca, la maggior parte dei quali provenienti dalla Spagna.
La rivolta del 1527 a favore dei francesi, si dimostrò ancora una volta un abile pretesto colto dagli spagnoli per condannare la città a sostenere totalmente le spese della costruzione del nuovo castello, versando 100.000 ducati annui. Nel 1534 fu incaricato del progetto l'architetto, nonché capitano dell'esercito di Carlo V, Pedro Luis Escrivà (Escribàs) di Valencia.
La costruzione, che necessitava di enorme spazio, comportò la distruzione di un intero quartiere. Addirittura, per la costruzione degli enormi cannoni posti a difesa della fortezza vennero fuse le campane della città, tra cui la grande Campana della Giustizia posta sulla Torre Civica. Nelle intenzioni del viceré, il Forte doveva assolvere una duplice funzione: quella di baluardo difensivo nell'estremo confine settentrionale del regno di Carlo V, e quella di punto di controllo per il traffico della lana lungo l'asse che collegava Napoli a Firenze.
ecadenza e successivi utilizzi
I lavori procedettero spediti fino al 1549 per poi rallentare fino al 1567 anno in cui, mutate le condizioni politiche e tolto il pesante onere della costruzione alla città, si arrestarono del tutto, nonostante si fossero ultimate soltanto le opere di funzione strettamente militare del manufatto. Lo stesso Escrivà nel 1537 abbandonò la direzione diretta dei lavori per trasferirsi a Napoli dove aveva ottenuto il prestigioso incarico di ricostruire Castel Sant'Elmo. Lo sostituì Gian Girolamo Escrivà, probabilmente suo parente, che diresse i lavori fino al 1541.
Il Forte, che non fu mai completato[12], non fu neanche mai utilizzato dagli spagnoli in importanti azioni militari, poiché nella seconda metà del Cinquecento il centro degli interessi dell'Impero Spagnolo si spostò dal bacino del Mediterraneo prima al Nord Europa e poi in Sudamerica.
Venne quindi dapprima utilizzato come residenza dal governatore spagnolo e, in seguito all'invasione francese, come alloggio dalle truppe transalpine. Subì, invece, gravi danneggiamenti durante la seconda guerra mondiale, periodo in cui venne utilizzato dalle truppe d'occupazione tedesche come comando e prigione.
Descrizione
L'imponente fortezza, eseguita seguendo le più aggiornate tecniche di fortificazione dell'epoca, si presenta a pianta quadrata, con ai quattro angoli massicci bastioni dai profili affilati con schema detto a punta di lancia, ognuno in direzione dei quattro punti cardinali. Nelle sue fattezze il Forte Spagnolo presenta molte analogie con il Castello di Barletta e il Castello di Copertino, anch'essi a pianta quadrangolare con quattro bastioni lanceolati, costruiti durante lo stesso periodo del regno di Carlo V, e, presumibilmente, per incarico dello stesso viceré di Napoli, Pedro Álvarez de Toledo, non però dallo Escrivà, ma dall'architetto copertinese Evangelista Menga.
Il Forte è contornato da un profondo e largo fossato, mai riempito d'acqua[14], ed è accessibile da un ponte in muratura, un tempo con piano di calpestio interamente in legno[11] parzialmente retraibile, distrutto nel 1883 e sostituito dall'attuale in pietra, mediante il quale si accede al Portale d'ingresso raffigurante lo stemma di Carlo V. La struttura è circondata da un enorme parco alberato, il Parco del Castello, autentico polmone verde della città.
Useful information
No
4.00 EUR
2.00 EUR
Libero accesso a un grande parco
pm-abr@beniculturali.it
Museo nazionale d'Abruzzo
-
External links
Nearby castles
Castello di Ocre
Province of L'Aquila
9.4km
castle, chateau
Castle of Sant'Eusanio Forconese
Provincia dell'Aquila
11.6km
castle, chateau
Castel Camponeschi
Province of L'Aquila
19.9km
castle, chateau
Castle of San Pio delle Camere
Provincia dell'Aquila
22.3km
castle, chateau
Rocca Calascio
Provincia dell'Aquila
23.6km
castle, chateau
Castle of Bominaco
Province of L'Aquila
24.2km
castle, chateau