Castello Baradello
Provincia di Como Lombardia Italy
castle, chateau
Castel Baradello
Provincia di Como Lombardia Italy
castle, chateau
The Castello Baradello is a military fortification located on a 430 m (1,410 ft) high hill next to the city of Como, northern Italy
Il Castel Baradello sorge sull'omonimo colle (430 m s
Previous names
Castello Baradello, Castel Baradello
Description
The Castello Baradello is a military fortification located on a 430 m (1,410 ft) high hill next to the city of Como, northern Italy.
The castle occupies the ancient site of Comum Oppidum, the original settlement of Como, dating from the 1st millennium BC. Later it was one of the last Byzantine strongholds in the area, surrendering to the Lombards in 588. The castle was restored during the War of the Lombard League, with the help of emperor Frederick Barbarossa (1158). Barbarossa officially donated it to the citizens of Como in 1178.
Napoleone della Torre died here in 1278, having been imprisoned here by Ottone Visconti after the Battle of Desio; his nephew Guido was able to escape in 1283, as well as his brothers Corrado and Enrico the following year. Azzone Visconti restored and enlarged the fortification after conquering Como in 1335, and built another castle, the Castello della Torre Rotonda ("Castle of the Round Tower", now lost) and a citadel.
In 1527, by order of emperor Charles V, the castle was dismantled, with the exception of the tower, to prevent it from falling in hands of the French troops that had invaded the duchy of Milan. After belonging to monks and then to private individuals, the castle was restored in 1971.
Description
The most preserved element is a square tower, measuring 8.20 m × 8.35 m (26.9 ft × 27.4 ft) at the base, and standing at 27.50 m (90.2 ft). It once had Guelph-type merlons. The walls are of Byzantine origin (6th-7th century); these were later heightened and provided with Guelph merlons, while another external line of walls was added.
Also from the 6th century are the Chapel of St. Nicholas and quadrangular tower (4.40 m × 4.15 m (14.4 ft × 13.6 ft) at the base), which was used as the castellan's residence. Napoleone della Torre was buried in the Chapel of St. Nicholas.
Il Castel Baradello sorge sull'omonimo colle (430 m s.l.m.) che domina la città di Como, chiudendo sul lato sud-ovest la convalle.
Dal colle si gode un panorama che spazia dal lago alla città , dalle cime delle Alpi alla pianura Padana fino agli Appennini: il suo massiccio torrione a base quadrata è ben visibile per chi giunge a Como.
L'origine etimologica del toponimo Baradello è riconducibile alla radice indoeuropea bar che significa luogo elevato.
L'abitato protostorico di Comum Oppidum era situato nel primo millennio a.C. sul versante sud delle colline poco distanti dal Baradello, in località oggi chiamata Pianvalle.
Numerosi ritrovamenti archeologici ci attestano la frequentazione del colle, già in epoca preromana, dai primi abitanti comensi come centro abitativo organizzato, da un'epoca fra il IX secolo a.C. alla conquista romana. I reperti vengono collegati, come tutto l'ambito circostante, alla Cultura di Golasecca di cui Como era il centro principale nel corso dei secoli VI - IV a.C. svolgendo un importante ruolo di collegamento culturale e commerciale tra la civiltà etrusca e quella celtica d'oltralpe.
Nel 196 a.C. Comum Oppidum venne conquistato dall'esercito romano condotto dal console Marco Claudio Marcello.
Dopo un secolo di progressiva e pacifica romanizzazione, Como venne ricostruita ex novo da Gaio Giulio Cesare nel 59 a.C. nella sede dove oggi è situata, prendendo il nome di Novum Comum.
La frequentazione del colle in quest'epoca è documentato dal ritrovamento di monete: era un'area fortificata che svolgeva la funzione militare di avvistamento e segnalazione, oltre che di controllo viario e daziario: alle falde del Baradello, transitava la via Regia che collegava Como con Milano a sud e proseguiva a nord lungo le rive del lago verso i valichi alpini e la Germania.
La funzione militare del colle continua anche col mutare delle situazioni strategiche e tattiche. Nel periodo dell'ultima romanità , il magister militum Francione riesce a prolungare la resistenza bizantina contro l'invasione longobarda per un ultimo ventennio accastellandosi sull'Isola Comacina fino alla resa del 588.
Lo storico Giorgio di Cipro ricorda che i capisaldi del Limes bizantino di difesa erano costituiti, oltre che dall'isola stessa, dal Castron Leuci (Lecco), dal Castron Martirion (Castelmarte) e dal castel Baradello chiamato Castron Baractelia.
Le più antiche strutture conservate, cioè la cerchia di mura interna, risalgono a questo periodo storico.
Da qui fino al XII secolo non si hanno notizie.
Durante la Guerra decennale (1118-1127) tra Como e Milano i Comaschi salivano tuti (protetti) al colle per trovarvi rifugio, forse sfruttando gli antichi percorsi preistorici di sella, dove sulla cima esistevano ancora i resti delle costruzioni bizantine [1].
Il 27 agosto 1127, a conclusione del conflitto, Como è assediata dalle forze milanesi e incendiata, le mura e le abitazioni distrutte, gli abitanti dispersi. Non si conoscono le sorti del Baradello.
Attraverso l'alleanza con Federico Barbarossa, Como trova negli anni seguenti l'occasione di ricostruirsi e di aspirare all'egemonia perduta. Con l'aiuto dell'Imperatore nel 1158 riedificò ed ampliò le mura della città con le sue imponenti torri di Porta Torre, Torre di San Vitale e Torre di Porta Nuova (o Torre Gattoni) e restaurò il Castel Baradello potenziandolo con la costruzione della poderosa torre e delle altre strutture.
Nel 1159 ospitò lo stesso Imperatore con la consorte Beatrice di Borgogna di passaggio in città .
In questi anni di effimera gloria, Como ebbe la sua vendetta partecipando all'assedio e alla distruzione della città di Milano nel 1162 e dell'Isola Comacina nel 1169.
Infine a Legnano nel maggio 1176 gli alleati della Lega Lombarda sconfiggono definitivamente l'esercito imperiale. Con un diploma datato 23 ottobre 1178 Federico Barbarossa dona alla Chiesa e alla Comunità di Como in premio della loro fedeltà il Castello Baradello insieme alla Torre di Olonio. Il figlio di Enrico VI, l'imperatore Federico II, revocò la donazione, per inadempienze, destinando Baratello e Olone a sua dimora e presidio di reliquie sacre della corona imperiale sveva.
Il 16 agosto 1278 vi morì Napo Torriani consumato dall'inedia. Era stato catturato dalle milizie dell'arcivescovo di Milano Ottone Visconti, alleato dei Rusconi, nella battaglia di Desio del 1277 insieme ad altri membri della famiglia Della Torre, il figlio Corrado detto Mosca, il fratello Canevario ed i nipoti Guido, Salvino, Lombardo ed Enrico. Vennero rinchiusi da Simone da Locarno in gabbie di legno ed appesi alle mura della torre del castello. Napo secondo la leggenda una volta morto venne seppellito nella cappella di San Nicola.
La medesima sorte toccò più tardi anche a Canevario e a Lombardo. Guido venne lasciato fuggire dal carcere nel 1283, Mosca ed Enrico vennero liberati nel 1284 da Loterio Rusca per dispetto nei confronti di Ottone Visconti e Simone da Locarno.
Il torrione del castello è preceduto da un'altra fortezza, più vasta, dotata di una cisterna per la raccolta dell'acqua e anticamente raccordata a un muraglione posto a valle, a chiudere l'accesso della città . La località si chiama, ancor oggi, Camerlata.
Il complesso fortificato venne rimaneggiato (con innalzamento del torrione) dai Visconti, probabilmente ad opera di quello stesso Azzone che si era impossessato della città nel 1335 e che aveva realizzato il Castello della Torre Rotonda e la cittadella.
Venne smantellato nell'agosto 1527 dal governatore spagnolo della città il Capitano Cesareo don Pedro Arias, in ottemperanza agli ordini di Antonio de Leyva luogotenente di Carlo V e governatore di Milano, per impedire che cadesse nelle mani delle truppe francesi, che invadevano la Lombardia. Si salverà la sola torre.
Ridotto a rudere, da quel momento passò in mano a privati. Inizialmente fu possedimento dei monaci Eremitani di san Gerolamo, insediati a san Carpoforo. Nel 1825 divenne proprietà della famiglia milanese Venini che fece aprire il viale carrozzabile dalla base alla sommità del colle e fece costruire la piccola torre esagonale in stile neogotico. L'ultima proprietaria, Teresa Rimoldi, in assenza di eredi, lasciò per disposizione testamentaria come erede universale l'Ospedale sant'Anna, il castel Baradello con le relative adiacenze venne poi donato al Comune di Como.
Durante le cinque giornate di Como nel 1848 rientrerà brevemente nella storia, quando sulla torre verrà issato il tricolore d'Italia, simbolo della riconquistata libertà dopo la resa della guarnigione austriaca.
Nell'agosto del 1943, durante il secondo conflitto mondiale, torna brevemente a svolgere una funzione militare. Un plotone del 3º reggimento Bersaglieri di stanza a Milano vi verrà distaccato con funzione di avvistamento e controllo da eventuali lanci di nuclei paracadutati.
Venne parzialmente restaurato, perché pericolante, nel 1903, per opera di un comitato cittadino appositamente costituitosi e nel 1971 una campagna di studi e di lavori di consolidamento e recupero delle strutture sotto la direzione del professor Luigi Mario Belloni.
Oggi fa parte del Parco della Spina Verde e la sua immagine è stata scelta a simbolo del parco stesso.
Attualmente il castello si può visitare a pagamento e su prenotazione.
Useful information
No
dai 15 anni: 6.00 EUR
0 - 6 anni: gratis
7 - 14 anni: 4.00 EUR
Splendida vista sulla cittÃ
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External links
Nearby castles