Castello del Catajo
Provincia di Padova Veneto Italy
castle, chateau
Castello del Catajo
Provincia di Padova Veneto Italy
castle, chateau
Castello del Catajo is a patrician rural palace near the town of Battaglia Terme, province of Padua, north-eastern Italy built in 1573
Il castello del Catajo è un monumentale edificio di 350 stanze, considerato la reggia dei Colli Euganei; fu costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I Obizzi presso Battaglia Terme, in provincia di Padova
Previous names
Castello del Catajo, Castello del Catajo
Description
Castello del Catajo is a patrician rural palace near the town of Battaglia Terme, province of Padua, north-eastern Italy built in 1573.
It had its origins in a simple villa that was rebuilt and extravagantly enlarged in the manner of a feudal castle from 1570 onwards by Marquess Pio Enea I degli Obizzi, a member of an Italian noble family of French origin. The house contains a vast cycle of historical battle scenes frescoed in 1571–1572 by Giambattista Zelotti, a pupil of Paolo Veronese. He began with events from the Roman age, culminating with the military triumphs of Pio Enea degli Obizzi, which were recreated in the gardens with tourneys and spectacles. His nephew Pio Enea II enlarged the complex with the grand entrance courtyard, announced by sculptures on high drum pedestals, which is dominated by the Baroque "Elephant" fountain.
In the 19th century the estate passed to Francis V, Duke of Modena, who in turn left it to the Archduke Franz Ferdinand of Austria. During the First World War the castle was inherited by Charles I of Austria, the last Emperor of Austria-Hungary, but it was sequestered as war reparations by the Italian State, which sold it in 1926 to the Dalla Francesca family, who currently open it to the public.
Il castello del Catajo è un monumentale edificio di 350 stanze, considerato la reggia dei Colli Euganei; fu costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I Obizzi presso Battaglia Terme, in provincia di Padova.
Ampliato dalla stessa famiglia nel '600 e '700, venne in seguito trasformato in reggia ducale dalla famiglia Asburgo-Este, duchi di Modena e Reggio, e infine eletto residenza di villeggiatura imperiale degli Asburgo, imperatori d'Austria. Il castello è ancora oggi di proprietà privata e aperto al pubblico con funzione museale.
La famiglia Obizzi, di origine borgognona, giunse in Italia con il capostipite Obicio I, capitano di ventura, al seguito dell'imperatore Arrigo II, nel 1007. Stabilitasi inizialmente a Lucca, si spostò in seguito nel territorio della Repubblica di Venezia.
Il primo edificio ad essere costruito fu la "Casa di Beatrice", iniziale nucleo del castello, edificata probabilmente tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo come casa di villeggiatura estiva di Beatrice Pio Da Correggio, donna letterata, che nella Ca' sul Tajo accoglieva uno dei più importanti salotti letterari dell'epoca.
Pio Enea I Obizzi (dal quale prese il nome l'obice) nel 1570 decise di ampliare la struttura per renderla adeguata alla gloria della famiglia, costruendo quello che oggi viene chiamato il Castel Vecchio. Secondo alcune fonti, esso fu ideato dallo stesso Obizzi, ma più probabilmente la progettazione fu affidata all'architetto Andrea da Valle. L'edificio venne costruito in soli tre anni, tra il 1570 e il 1573; la parte alta si deve invece ad un'aggiunta del XIX secolo.
L'origine del nome è andata perduta: si ritiene che non derivi da Catai (denominazione con cui veniva indicata la Cina nel Medioevo), ma piuttosto che faccia riferimento a una "Ca' Tajo", cioè "tenuta del taglio", con possibile riferimento allo scavo del Canale di Battaglia, che tagliò a metà molti appezzamenti agricoli. L'edificio appare come un ibrido tra un castello militare e una villa principesca, indubbiamente per volere stesso del committente, che pensò il Catajo come una grande macchina di rappresentanza, dove intrattenere ospiti da tutta Europa con feste, balli e rappresentazioni teatrali.
All'inizio erano previste pitture solo nei muri esterni (ora scomparse), ma nel 1571 l'Obizzi chiamò Giovanni Battista Zelotti (collaboratore di Paolo Veronese) ad affrescare i muri interni con le gesta della sua famiglia, dando vita ad uno tra i primi cicli di affreschi autocelebrativi del nord Italia e tra i più importanti del Rinascimento in villa. In quaranta riquadri, che si avvicendano in sei diversi saloni, venne raccontata per immagini la saga della famiglia Obizzi.
Il castello venne ampliato nel '600 da Pio Enea II, che aggiunse il Cortile dei Giganti e un piccolo teatro a sedici palchi, tra i primi teatri coperti del Veneto. Fu ulteriormente ingrandito nel '700 da Tommaso Obizzi, che realizzò una grande galleria adibita a museo, nella quale trovarono spazio le grandi e famose collezioni, tra le prime aperte al pubblico.
La famiglia Obizzi si estinse nel 1803 con il marchese Tommaso e il castello passò ai duchi di Modena e Reggio; sotto Francesco IV fu costruita l'ala visibile più in alto, detta "Castel Nuovo", per ospitare la visita degli imperatori Ferdinando I e Maria Anna di Savoia nel 1838. In seguito Francesco V e la moglie Adelgonda di Baviera trasferirono al castello l'intera corte estense in esilio da Modena. Essendo essi morti senza figli, il Catajo passò all'arciduca ereditario d'Austria Francesco Ferdinando, che qui si recava per le amate battute di caccia. Egli fu assassinato a Sarajevo nel 1914 (il fatto provocò lo scoppio della prima guerra mondiale) e il Catajo passò in proprietà all'ultimo imperatore d'Austria Carlo I e alla moglie Zita di Borbone Parma. Durante tali passaggi, l'armeria, tra le più ricche d'Europa, e le grandi raccolte di antichità , nelle quali era presente anche una porzione del fregio del Partenone, assieme ad una vasta collezione di strumenti musicali e quadri, furono trasferite rispettivamente nel castello di Konopiště, all'Hofburg e al Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Dopo la prima guerra mondiale, il Catajo fu assegnato come riparazione dei danni di guerra al governo italiano; nel 1929 esso lo vendette alla famiglia Dalla Francesca, che lo trasformò in un'azienda agricola per la coltivazione del tabacco, in attività fino agli anni '70 del '900.
Il castello venne aperto per la prima volta al pubblico nel 1994.
Nel 2016 il castello è stato venduto all'asta e acquistato da Sergio Cervellin; cominciano in quest'anno i primi lavori di restauro, con l'obiettivo di riportare il castello al suo originario splendore.
Nel 2018 è stato completato il restauro del Cortile dei Giganti, grande spazio di accesso monumentale al castello, dove sono stati riportati alla luce gli affreschi originali del '600 opera di Pietro Antonio Cerva e Ippolito Ghirlanda che erano stati coperti nel XIX secolo. La superficie di apparato pittorico esterno ritrovato è tra le più importanti rinvenute negli ultimi decenni in Veneto.
Useful information
GRATUITO
8,00 EUR
- WC
- WiFi
info@castellodelcatajo.it
Il castello è stato conservato in ottime condizioni
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