Castello di Ama
Provincia di Siena Toscana Italy
castle, chateau
Castello di Ama
Provincia di Siena Toscana Italy
castle, chateau
Castello di Ama is located about 12 miles northeast of Siena in the hills of Gaiole
Il castello di Ama si trova a Ama, nel comune di Gaiole in Chianti, in provincia di Siena
Previous names
Castello di Ama, Castello di Ama
Description
Castello di Ama is located about 12 miles northeast of Siena in the hills of Gaiole. This is the heart of Chianti Classico, a bucolic rolling landscape of woods, vineyards and olive groves.
Historically this is Etruscan country. The first references to the region’s wines date back to 998. In the 11th century, Ama was the beneficiary of several privileges granted by the Holy Roman Emperors Henry VI and Otto IV. The Castello di Ama later became part of the holdings of the Firidolfi family. It was destroyed during the 15th-century Aragonese invasion. In the early 18th century, the remains of the fortress were restructured into two residences, owned by the Pianigiani and Ricucci families. In his 1773 famous “Relazione sul Governo della Toscana”, the Grand Duke Peter Leopold, Governor of Tuscany, describes the region of Ama with great admiration, as a magnificent area with deep winegrowing roots.
The modern era of Castello di Ama began about 35 years ago with the replanting of the estate vineyard. Of the 260 hectares comprising the estate nearly 90 hectares are planted to vines and 40 to olives. This site itself is spectacular – a rounded hilltop set 1600 feet above sea level. It has perfect southern exposure and the clay-calcareous soils that are considered ideal for Sangiovese, Merlot, Chardonnay, and Pinot Noir
In 1982, management of the property was given to Marco Pallanti, an up-and-coming young agronomist who went on to become one of the most respected winemakers in Tuscany. Marco launched a ten-year research project to determine the site’s viticultural characteristics. Under his direction the vineyard was divided into individual homogeneous blocks based upon soils and exposure. The goal was to identify the various micro-terroirs ensuring even ripening and optimum quality for each variety.
In 1988 the reins of the estate were assumed by Lorenza Sebasti, the young daughter of one of the owners. She and Marco were married in the 1990s.
During the five-year period of 1982-87, some 50,000 vines were re-trellised to an open lyre system, an enormous undertaking considering a vineyard density of 2,800 vines per hectare. Much of the vineyard was also grafted to new clones and varieties to take advantage of geology and topography.
As President of the Chianti Classico Consorzio, Marco Pallanti, worked very hard to bring definition to the wines produced in the Chianti Classico zone. With some of the finest producers in the region in agreement with Marco, together they crafted new rules for the region of Chianti Classico. It was a long and hard struggle.
Under Marco’s leadership the Consorzio agreed that beginning with the 2008 vintage, all wines labeled with Riserva must be tasted and approved by a panel at the Consorzio. The panel is looking to keep wines lacking the quality level deemed necessary for a Chianti Classico Riserva from being able to use the term on the label.
As Marco stepped away from the position of President of the Conzorzio he felt confident that these new rules would assure that wines from Chianti Classico meet quality standards of which he can be proud. For this reason, beginning with the 2008 vintage, Casello di Ama Chianti Classico, included the term “Riserva” on the label of their flagship wine. In 2011, Gran Selezione was added to the labels of their Cru wines, Vigneto Bellavista and Vigneto La Casuccia.
It is the obsessive dedication to quality in both the vineyard and winery that has made Castello di Ama not just one of Tuscany’s greatest wine producers, but among the finest wineries in the world.
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Il castello di Ama si trova a Ama, nel comune di Gaiole in Chianti, in provincia di Siena.
Storia
Il toponimo e i rinvenimenti fanno risalire l'insediamento in località Ama agli etruschi. La prima menzione del luogo risale comunque al X secolo, quando un documento cartaceo ne ricorda la donazione (fittizia, legata solo alla creazione una protezione giuridica formale dei luoghi) da parte del marchese Ugo di Toscana alla badia di Poggio Marturi. In quell'occasione si ricorda ad Ama un "casale", che significava un piccolo borgo fortificato munito di residenza signorile, case per i servi e i contadini, e una cappella. Entro la fine del XII secolo il borgo doveva essersi trasformato in un vero e proprio castello, come testimonia un documento datato 13 dicembre 1219, per le necessità di controllo del confine del territorio fiorentino, tra le fortificazioni di Lecchi e San Polo. Tale legame con Firenze, e non con Siena, era ribadito anche dalla cura religiosa, essendo la cappella sotto la diocesi di Fiesole.
In quegli anni Ama risulta posseduto dalla famiglia Da Cacchiano, vassalli dei Ricasoli: sempre nel documento del 1219 le famiglie sono ricordate per la vendita del castello alla Badia di Coltibuono per 80 lire senesi. In seguito ne furono feudatari i Firidolfi e nel corso del XV secolo fu più volte attaccato e anche distrutto dagli Aragonesi, nel quadro degli interminabili conflitti tra fiorentini e senesi.
La ricostruzione del fortilizio avvenne soltanto in tempo di pace, quando ormai Siena era caduta nelle mani dei Medici. Tra XVII e XVIII secolo, persa ormai ogni funzione militare, i resti del castello vennero adattati a formare due ville, dei Pianigiani e dei Ricucci. Nel 1706 Valerio Pianigiani rifondò la cappella gentilizia, dedicandola alla Madonna del Carmine. In quegli anni andò anche sviluppandosi fortemente la viticultura, tanto che nel 1773 il granduca Pietro Leopoldo, in visita ad Ama, sentenziò, nella sua "Relazione sul governo della Toscana".
Nel 1863 villa e cappella passarono al nobile Pietro Bonci Casucci, marito dell'ultima erede Pianigiani, e nel 1979 il complesso venne acquistato da quattro famiglie che cedettero al fascino del luogo, prendendo a sfida l'obiettivo di riportare Ama agli antichi fasti. Sebasti, Tradico, Carini e Cavanna, questi i nomi dei quattro amici che si avviarono a creare quella che ad oggi è considerata una delle aziende più importanti d'Italia, si impegnarono, con investimenti e ristrutturazioni, a restituire al luogo la grandezza che meritava.
Nel settembre 1982, proprio a ridosso della vendemmia, fece ingresso come enologo un giovane fiorentino: Marco Pallanti.
Marco Pallanti è stato insignito del titolo di Enologo dell'anno nel 2003 dalla Guida dei Vini Gambero Rosso. Nel 2004 l'Azienda riceve il premio Impresa e Cultura, promosso da Confindustria, Ice, Sviluppo Italia e Comune di Palermo, per il “miglior curriculum di investimenti in cultura” e un anno dopo, nel 2005, l'Azienda è stata dichiarata la Migliore dell'anno. È stato per due mandati successivi, dal 2006 al 2012, presidente del Consorzio del Vino Chianti Classico.
Nel 2014 giunge un altro importante premio internazionale: il vino "San Lorenzo" 2010, con 95/100 punti, viene eletto sesto al mondo nella TOP100 dalla nota rivista Wine Spectator, decretandolo primo fra i vini italiani di quell'anno.
Il complesso è composto da più edifici aggregati che, sebbene sorti in epoche diverse, hanno in comune l'uso della pietra come materiale edilizio. Il borgo, con le sue case di origine medioevale, si sviluppa lungo l'asse della via principale, quasi protetto, ai due estremi, da due ville. La villa principale, già Ricucci, è l'unica che ha conservato pressoché inalterati gli originali caratteri settecenteschi, mentre completamente rinnovata in forme vagamente neoclassiche è villa Pianigiani. Villa Ricucci mostra un fronte affacciato su un giardino e composto da una scala a doppia rampa seicentesca che porta al portale al piano nobile; ai lati si aprono le finestre simmetriche incorniciate di pietra e disposte su quattro assi, per un totale di tre livelli compreso quello terreno. Al di sotto della scala un secondo portale bugnato porta ai locali di servizio che si trovavano al piano terra. Esisteva anche una loggia, nascosta poi da un intervento di restauro.
Di particolare interesse sono le tre piccole cappelle, una intitolata alla Santissima Vergine del Carmine, presso la villa Pianigiani, la seconda, lungo la via principale, dedicata a San Lorenzo e la terza, intitolata a San Venazio, nel giardino di villa Riccucci. Le due cappelle situate nei giardini delle Ville ospitano inoltre due installazioni in situ di grandi artisti di Arte Contemporanea: "Aima" di Anish Kapoor, nella cappella di Villa Pianigiani; "Confession of Zero" di Hiroshi Sugimoto, in quella di Villa Ricucci.
Il giardino sul lato sud è modesto, con siepi di bosso che creano aiuole geometriche, sebbene arricchito da una superba veduta sulla campagna del Chianti.
Useful information
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Wifi gratuito
Animali ammessi
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