Palazzo baronale
castle, chateau
502m
Provincia di Chieti, Abruzzo

Il palazzo baronale è un edificio storico di Archi, in provincia di Chieti

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Palazzo baronale, Palazzo Baronale
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Description

Il palazzo baronale è un edificio storico di Archi, in provincia di Chieti. È definito anche Castello Lannutti, in riferimento all'ultima famiglia proprietaria, ed era l'edificio fortificato del borgo medievale, fondato nell'XI secolo. Collegato al borgo superiore di Archi mediante Via Palazzo e Via Occidentale, la porta di accesso era l'Arco Cieri, tutt'ora esistente.

Storia

La prima menzione del castello risale all'incirca all'anno 1000 quando si ha notizia di Fara Adami, un centro abitato sul fiume Sangro, insieme ad Adamo, un prete, e Ranieri, un gastaldo, ma il primo documento ufficiale che attesta l'esistenza di questo castello è nel 1075 quando viene menzionato nel Catalogus Baronum.

Dopo varie vicissitudini feudatari nel 1559 Archi e quindi anche questo castello passarono a Martino di Segua. Vari documenti notarili documentano che Martino operò varie opere di restauro al castello di cui non se ne conosce di che ali dell'edificio vengono restaurate. I restauri furono affidati al mastro Antonio Malerma. Martino, successivamente, dovette vendere all'asta il castello per vari debiti nel 1563, di motivazioni di tali debiti non viene fatta menzione.

Dei documenti seicenteschi citano il castello anche se a livello secondario, tra questi documenti vi è uno che attesta che Giovan Battista de Marino nel 1644 aveva avuto dei problemi legali per quanto concerne l'eredità.

Dal XVIII secolo appartenne a vari feudatari, gli ultimi al livello ufficiale della famiglia Adimari di Bomba: alla morte di don Giovanni Adimari Marchese di Bomba, il paese di Archi nel 1806 fu esentata dal feudalesimo. Infine passò alla famiglia Lannutti, da cui il nome fino al sequestro tedesco nel 1943. Infatti i nazisti sfruttarono il castello come stazione di controllo militare sopra la val di Sangro per vigilare sull'arrivo delle truppe neozelandesi e indiane da Perano. Data poi l'impossibilità di vigilare sulla zona, con conseguente ritiro verso le montagne dell'alto Sangro, il castello fu minato e danneggiato dagli stessi nazisti. Attualmente versa in pessimo stato di conservazione, in attesa di restauro. Ne rimangono solamente le cortine Ovest e sud. Del resto ne rimane solo qualche abbozzo che fa capire il perimetro originale, con mura interne e la base delle due torri angolari cilindriche, tranne che nel lato est che è completamente andato distrutto.

Aspetto

L'impianto originario del castello era a pianta quadrangolare, con due torri principali dai muri a scarpa, addossate negli angoli sud-ovest e sud-est, la prima a pianta circolare, ancora in parte visibile, con diametro di 7,50 metri, e l'altra quadrata, a basamento circolare. Il lato a Nord presentava un terrapieno bastionato, che è completamente crollato con la distruzione nazista, ed è oggi occupato dall'antenna della radio-tv del Comune; la rondella era realizzata da un paramento murario tronco conico, mentre nel lato Nord-Est da un corpo cilindrico. I prospetti dei lati est ed ovest erano fortificati con originali corpi di fabbrica a ridosso della cortina muraria, che aumentavano la fortificazione sul colle franoso, e costituivano una sorta di doppia difesa muraria per gli assalti.

Nel perimetro esterno del castelli di notano ancora varie feritoie per consentire l'uso delle archibugiere e cannoni, molto probabilmente non aveva un fossato, data l'orografia del sito. Delle feritoie una interessante è ancora visibile dalla parte ala del torrione cilindrico, realizzata con cornice in conci di pietra squadrata. Il blocco centrale oggi scomparso era adibito a residenza signorile, era di dimensioni 40x34 metri, presentava una corte di 17x13 metri con pozzo e cisterna. Del castello resistono solo alcune strutture orizzontali, come le volte a crociera, o a botte in laterizio, ma anche un solaio piano di legno con travi, rimane una parte del portale ad arco durazzesco, in corrispondenza dell'androne, realizzato in conci di pietra calcarea, come la feritoia, e si trovano originali monofore lungo il percorso interno, tra il primo e il secondo livello del palazzo residenziale.

La muratura esterna è generalmente in ciottoli di fiume, laterizio, e pietra di collina, senza alterazioni o manomissioni, segno che il castello venne costruito in un blocco unico, senza ampliamenti vari, se non la trasformazione del palazzetto interno in residenza signorile. Purtroppo la distruzione barbara dei nazisti ha fatto perdere tutto l'interno della costruzione, visibile solo, insieme all'impianto del castello, in fotografie storiche pre-belliche, si conserva la parte muraria sud-ovest, rivolta verso il paese da Via Occidentale e Via Palazzo, con ruderi della base della torre quadrata sud-est, e la torre cilindrica a sud-ovest integra, eccettuata la parte superiore, mezza tronca.

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Tabelle informative

I ruderi del castello