Il castello di Brindisi Montagna, o castello Fittipaldi-Antinori, fu costruito intorno al 1200
Il castello di Brindisi Montagna, o castello Fittipaldi-Antinori, fu costruito intorno al 1200. Il castello, di epoca medievale, si presenta come una roccaforte posizionata su di un ampio costone di roccia, sua prima difesa naturale.
Storia
Il castello, nato come fortificazione, si trasforma nel tempo in dimora stagionale di importanti famiglie nobiliari. Sono poche le fonti documentali a riguardo. La prima tra queste che decreta la presenza del castello risale al 1240, negli Statuta Officiornum emanati da Federico II di Svevia in cui è riportato il castello di Brindisi di Montagna come castrum Brundusii de Montana. Si tratta di un elenco di 29 castelli demaniali del Giustizierato della Basilicata in cui si evince che questo castello sia parte di una rete più articolata di vedette e di presidi. Tutte queste opere architettoniche militari erano costruite e utilizzate per la difesa e il controllo del territorio di questa parte del Regno delle Due Sicilie. Per redigere la struttura fortificata si scelse una posizione che permettesse di dominare e controllare l'alta valle del Basento, in cui scorre l'omonimo fiume. Nel corso del medioevo, infatti, il fiume, proprio per la mancanza di strade, rappresentava una delle principali vie di comunicazione grazie, soprattutto, ai molti tratturi che lo costeggiavano. Il Basento, in questo modo, poteva collegare vaste aree interne della Basilicata (come la provincia potentina) alla costa ionica. Qui erano presenti una serie di castelli posti a creare una sorta di concatenazione nel percorso degli itinerari percorsi dalle truppe militari, di scorta agli ufficiali imperiali o allo stesso imperatore, percorsi nei frequenti spostamenti tra la Capitanata e la Sicilia. Il castello di Brindisi di Montagna era circondato dai castelli demaniali di Anzi, Calvello e Abriola, ovvero lungo la direttrice prestabilita nel vasto programma edilizio, di natura strategico-militare, attuato a partire dall'assise De Novis Aedificiis Diruendis del 1220. Lungo questa direttrice erano presenti anche le rocche di Pietrapertosa, Castelmezzano, Laurenzana e Castel Bellotto. Dopo gli ultimi vani tentativi di Corradino di Svevia di opporsi agli Angiò, il nuovo re Carlo I sostituì con cavalieri d'oltralpe tutti i milites legati al passato regime. Per questo motivo, nella storia a seguire, si susseguono signori di diverse casate. Nel 1266 Guidone de la Forest divenne il primo dominus di Brindisi di Montagna. Seguirà, nel 1280, Pietro de Hugot, dopo il matrimonio contratto con Isabella de la Forest, figlia di Guidone, di cui prese il posto. Oltre a Brindisi di Montagna, Isabella portò in dote anche l'intero feudo di Anzi e metà di quello di Fontanafura in Capitanata. Nel 1283, però, tutti i territori portati in dote furono ceduti a Gerardo d'Yvort, signore di San Fele e di Armaterra, in cambio di Salandra. In ultimo, nel 1284, il feudo divenne di proprietà di Aegillo di Belmonte, che non lasciò eredi, per cui Brindisi, così come Anzi, divenne territorio demaniale. Del periodo angioino si conoscono solo gli eventi scatenati dall'esosa politica fiscale imposta dal governo regio, che provocò malcontento in molti centri del Mezzogiorno, soprattutto in quelli già colpiti dalla carestia del 1270 e dal disastroso terremoto del 1273. Gli abitanti di Brindisi, vessati dalle pretese e dalle richieste che provenivano dalla Curia regia e dai vassalli locali, si resero protagonisti di un'azione di rivolta contro il proprio feudatario, come avvenne nelle vicine Trifoglio, Garaguso, Laurenzana. Il carico fiscale non si basava solo su contribuzioni ordinarie, ma anche su collette straordinarie, come il fodro, esazione in natura, sotto forma di cibo, da fornire all'esercito regio, impegnato nelle importanti ed estenuanti operazioni militari. Nello specifico, ciò che scatenò la rivolta, avvenuta nel marzo del 1269, fu quello di fornire, per ordine del re, 60 salme "di vectugalia" da recapitare all'esercito che stava assediando Lucera, uno tra gli ultimi bastioni della rivolta ghibellina. Poche le notizie dei secoli a venire. Del 1414, si conosce il nome di un certo Baldassarre La Zatta signore di Brindisi. Dal 1449 inizia il dominio dei Sanseverino, con il V conte di Tricarico, Antonio Sanseverino. Nel 1456 un terremoto di elevata intensità distrusse completamente il contado, che rimase disabitato fino all'arrivo, intorno al 1535, di una colonia di Albanesi provenienti dalla città di Corona. Grazie alle informazioni riportate sui Cedolari del 1639 e del 1654, è possibile sapere che, pur essendo ancora pienamente visibile e riconoscibile nella sua struttura, il castello aveva ormai perso i caratteri di una fortezza per diventare la residenza dei Sanseverino, prima, e degli Antinori poi. La soppressione della feudalità, però, ne decretò la rovina. Dopo essere passato di mano in mano, cadde in rovina.
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